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Cenni storici della Parrocchia di San Nicolò – Tempio Ossario
Dalle origini al 1595 La prima notizia che attesta l'esistenza di una Chiesa dedicata a San Nicolò in borgo Poscolle risale al 1328. Si tratta di un atto testamentario – conservato nell'archivio parrocchiale – con cui viene beneficiata la fraterna “situata in Ecclesia Sancti Nicolai de Postcolle”. La comunità del borgo all'epoca non faceva parte della città murata e la sua Chiesa poteva prestare, probabilmente, un limitato servizio religioso ad opera di sacerdoti delegati dal Capitolo del Duomo mentre la cura d'anime quotidiana (assistenza ai malati, ai pellegrini, alle persone in difficoltà materiale o spirituale) era affidata alla fraterna che aveva fatto della Chiesa la sua sede (5). Nel 1333 accanto alla Chiesa di San Nicolò sorse, per legato testamentario, un ospizio. Alcuni anni dopo, il 6 novembre 1341, il patriarca di Aquileia Bertrando di Saint Geniès diede alla semplice Chiesa di San Nicolò un ordinamento di Chiesa regolare (“eregit in Ecclesiam regularem”). Nella stessa data il Patriarca istituì nelle adiacenze un Monastero di suore agostiniane (soppresso e venduto nel 1773). |
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Con la crescita della città e l'incremento della popolazione, nella comunità di San Nicolò in borgo Poscolle crebbe l'esigenza di una maggiore autonomia ecclesiale di cui la confraternita si fece portavoce e nel 1438 ottenne per la comunità un importante successo con l'istituzione canonica di una cappellania- Con questa concessione la Chiesa di San Nicolò, pur non essendo ancora indipendente dal Capitolo del Duomo, assicurava l'assistenza religiosa attraverso l'opera di un sacerdote eletto dalla confraternita che provvedeva anche al suo sostentamento.
Ma la città si stava espandendo oltre l'ultima cerchia di mura che aveva inglobato tutti I villaggi adiacenti al primitivo nucleo. Alla comunità di borgo Poscolle si aggregò la crescente popolazione che abitava sulla direttiva ovest (il futuro viale Venezia), fino ai casali di San Rocco e al torrente Cormor. La situazione determinò la nascita delle confraternite di San Rocco (1510) e del SS.Sacramento (1581) che affiancarono quella di San Nicolò. La costituzione di una Parrocchia autonoma divenne sempre più urgente e – benché ostacolata dal Capitolo del Duomo – finalmente fu conseguita, su richiesta delle tre confraternite, il 20 gennaio 1595 quando il Patriarca d' Aquileia Francesco Barbaro, in base al dettato del Concilio di Trento, emise un decreto che stabiliva l'istituzione in città di 8 Parrocchie tra cui quella di San Nicolò.
Dal 1595 al 1940
L'elezione dei Parroci di San Nicolò fu regolata “ius patronatus” con l'approvazione della Curia patriarcale ed esercitato dalla confraternita fino al 1660 quando fu esteso ai capifamiglia di tutta la comunità. Il Capitolo del Duomo di Udine, che già in passato aveva ostacolato l'istituzione delle Parrocchie, chiese al Patriarca, ed ottenne, la delega alla formale investitura del Parroco eletto e la interpretò come attestazione di dipendenza dei Parroci al Capitolo stesso. E non fu solo una questione di prestigio, ma investì anche il lato economico dato che il Capitolo non volle rinunziare a una quota del suo beneficio a favore del Parroco eletto che pertanto poteva contare solo su quanto stabilito dalla confraternita. Da questa discutibile interpretazione derivò una lunga disputa tra Parroci, confraternite e Capitolo che si protrasse nel tempo, seguita con grande partecipazione dai parrocchiani, fino alla fine del XIX secolo. C'era infatti un “forte senso di appartenenza” in tutta la comunità che si esprimeva in concreta solidarietà a difesa delle proprie prerogative. Ne è un esempio la violenta reazione dei borghigiani di Poscolle quando nel 1808 un decreto napoleonico (decaduto ne 1841) unì la Parrocchia di San Nicolò a quella di San Giorgio. La solidarietà e la generosità degli abitanti del borgo Poscolle si espressero anche nella cura della Chiesa che fu completamente riedificata nel 1614 e arricchita di arredi e di opere d'arte. Due secoli e mezzo dopo, di fronte all'aumento della popolazione, questa Chiesa divenne insufficiente e fu demolita nel 1877, ricostruita nello stesso sito di via Zanon e consacrata il 2 giugno 1879 con grande partecipazione di fedeli.
Nel 1933 la Chiesa fu demolita definitivamente e nel 1940 la Parrocchia di San Nicolò fu trasferita nel piazzale 26 luglio ove nel frattempo era sorto il Tempio Ossario in onore ai Caduti italiani della prima guerra mondiale su iniziativa del Parroco mons. Clemente Cossettini.
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Dal 1940 ai giorni nostri
Il 22 maggio 1949 la grande opera, ideata e voluta dal Parroco Mons. Cossettini era compiuta.
Il tempio Ossario fu consacrato e divenne la nuova sede della antica Parrocchia di San Nicolò in borgo Poscolle, prendendosi in carico la custodia di 25.000 salme di soldati della prima guerra mondiale esumate da oltre 200 cimiteri di guerra, resti che qui trovarono dignità ed onore.
Un anno dopo, era il luglio 1941, Mons. Cossettini si spense, ed ora riposa assieme ai suoi commilitoni a metà delle scale che scendono in Cripta.
Ci fu poco tempo per commemorarlo perché l'Italia stava combattendo, a fianco della Germania, contro le altri grandi potenze europee e gli Stati Uniti d'America (2a Guerra Mondiale).
Nel 1943 gli eventi bellici portarono l'Italia a firmare un armistizio con gli anglo-americani, diventando così neutrale, mentre gli ex alleati tedeschi erano, di fatto, divenuti occupanti del nostro territorio. Contro di Loro, soprattutto nel Nord del Paese e nelle zone di confine iniziava ad aleggiare un movimento di riscatto, anche di lotta armata, che aveva preso il nome di “Resistenza”.
La Resistenza Molti militari italiani, tornati a casa dopo l'armistizio, vi avevano aderito. Una buona parte della popolazione sosteneva silenziosamente questa lotta, in molti casi anche attivamente, sfidando con coraggio gli occupanti. |
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Oggi è volontà comune degli Stati belligeranti, un tempo nemici, di commemorare insieme gli interminabili anni del conflitto.
Scopo primario è farne partecipi i giovani, illustrando loro il quadro storico e militare del conflitto, portandoli in visita ai luoghi dei combattimenti, trincee, fortificazioni e Sacrari, per renderli edotti dell'immane tragedia che i popoli europei vissero solo un secolo fa.
Sofferenza che, per i friulani, fu ancora più grande. Per la rottura del fronte a Caporetto queste terre vennero invase e ad una parte degli abitanti non restò altro che darsi ad una triste profuganza, riscattata dopo un sofferto anno dalle battaglie sul Piave e dalla riconquista dei territori occupati e non solo.
Alla fine del conflitto tra Caporetto e il Piave si contarono oltre 700.000 morti e la Parrocchia di San Nicolò, con i suoi 25.000 Caduti recuperati da oltre 200 Cimiteri di guerra, si rende conto di rappresentare, nel quadro delle commemorazioni una icona unica in Friuli.
Il Sacro Sito ha predisposto quanto necessario per l'accoglienza di quanti verranno qui a ricordare. Il tutto in sintonia di intenti con l'Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa, cui, per legge, competono le rese degli onori Militari.